Come si fa a ricattare i contributi e andare prima in pensione? Quello che c’è da sapere per essere finalmente liberi.
Pensione: per molti il tanto agognato momento di dismettere le vesti del lavoratore per godersi il meritato riposo dopo anni di fatiche può diventare un vero e proprio percorso ad ostacoli. Colpa del cosiddetto “gap contributivo”. Anche a età pensionabile raggiunta, basta infatti che manchi soltanto un anno di contributi per veder slittare la pensione più in là.
C’è però un’alternativa alla prosecuzione della carriera lavorativa (sine die o quasi). Si tratta di una strategia che permette – a chi ha determinate possibilità economiche – di scegliere un percorso differente. In modo da colmare il gap contributivo e maturare subito il diritto alla pensione di vecchiaia.
Come anticipato, tuttavia, questa possibilità chiede di mettere mano al portafoglio. Ci sono infatti strumenti che permettono di riscattare gli anni di contributi mancanti – naturalmente dietro pagamento di un corrispettivo – per raggiungere finalmente la soglia minima di contribuzione per avere accesso alla pensione.
Per raggiungere i contributi necessari per andare in pensione una delle strade più battute è quella del riscatto dei periodi non coperti da contribuzione. Allo stato attuale è attiva la cosiddetta “pace contributiva”: permette a chi ha cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 di dare copertura contributiva ai periodi rimasti totalmente scoperti sia da contribuzione effettiva che figurativa.
C’è anche la possibilità di riscattare il periodo di studi universitari, ma occorre che la laurea sia stata effettivamente conseguita (altrimenti non si può riscattare nulla). Premesso ciò, riscattare il periodo universitario può far anche innalzare l’importo della pensione. I contributi da riscatto tornano utili infatti tanto per il diritto alla pensione quanto per determinarne l’importo.
Il calcolo del costo del riscatto della laurea si basa sull’aliquota contributiva vigente nel fondo a cui viene chiesto il riscatto. Ad esempio, attualmente per il Fondo Pensioni Lavoro Dipendente (INPS) vige un’aliquota del 33%, calcolata sulla retribuzione imponibile degli ultimi anni di carriera lavorativa. C’è poi una differenza per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 e chiede di riscattare la laurea.
Sul suo sito l’INPS spiega che per i periodi da riscattare che ricadono nel periodo retributivo (quello pre-riforma Dini del ’95, per essere chiari) il calcolo avviene sulla base del metodo della riserva matematica. In questo caso i costi variano in funzione dell’età, del periodo da riscattare e delle retribuzioni percepite negli ultimi anni. Invece per i periodi contributivi si applica l’aliquota contributiva vigente nel fondo a cui si chiede il riscatto (e vengono presi come riferimento i 12 mesi di retribuzione imponibile più recenti).
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