E’ bene prestare attenzione a come si usa la carta di credito, c’è un comportamento diffuso che porta addirittura all’arresto.
E’ ormai sempre più raro trovare qualcuno che non abbia una carta di credito, fornita da ogni banca in abbinamento al proprio conto corrente per effettuare acquisti di ogni tipo quando non si è in possesso del contante necessario. Questa ha inoltre un vantaggio non da poco a differenza del bancomat (o carta di debito), la cifra spesa viene detratta il mese successivo, così da non impattare in modo immediato sul proprio vantaggio. Tanti la scelgono proprio per questo, anche se non può che essere determinante non lasciarsi trascinare troppo quando la si utilizza.
Prima di averne una è comunque bene verificare tutte le condizioni previste dal proprio istituto di credito, così da non andare incontro a brutte sorprese. In alcuni casi, infatti, può essere fornita in modo gratuito, in altri è prevista una piccola spesa mensile, pari comunque a pochi euro. Essere attenti resta comunque determinante, c’è infatti un modo di agire che è davvero comune, ma che è tutt’altro che esente da conseguenze.
Tutti sanno quale sia lo scopo della carta di credito, ma in diversi casi si tende a usarla con leggerezza, senza tenere conto dei vincoli a essa legati. Troppo spesso, infatti, soprattutto se si ha un conto corrente condiviso, si ha l’abitudine di sfruttare quella del coniuge, basandosi sull’assenso verbale che si è avuto da lui/lei.
Questo è però un modo di fare assolutamente sbagliato, oltre che vietato dalla legge, anche se molti non lo sanno e agiscono come se niente fosse. La legge a riguardo parla chiaro: tutte le carte di pagamento (carta di credito, bancomat e prepagate) sono nominali, per questo possono essere usate solo dal legittimo titolare, che è il nome indicato sulla tessera.
Non a caso, quando si deve effettuare un prelievo allo sportello è necessario che a chiedere il denaro sia l’intestatario, in caso contrario è necessaria una delega firmata. Se l’operazione dovesse avvenire comunque, l’addetto della banca (o della posta) commette un illecito. Una regola simile vale anche quando ci si presenta allo sportello automatico esterno ATM, anche se in questo caso i controlli sono meno frequenti, per questo molti si muovono pensando di non avere problemi.
Non rispettare questa regola è considerato un reato contro la fede pubblica. Questo avviene per un duplice motivo, non solo perché si può pensare di impossessarsi di denaro altrui senza averne il permesso, ma anche perché è necessario che le transazioni siano effettuate in modo sicuro. Anzi, questa azione è considerata scorretta anche se ci dovesse essere stato l’assenso da parte del coniuge.
A disciplinare questo comportamento è l’articolo 493 bis del Codice penale, dal titolo “Indebito utilizzo e falsificazione dei mezzi di pagamento diversi dai contanti”. Gli irregolari possono andare incontro alla reclusione da uno a cinque anni, oltre a una sanzione da 310 a 1.550 euro. Non solo, questo è considerato un reato a procedibilità d’ufficio, per questo le conseguenze sono previste anche se non dovesse esserci alcuna denuncia da parte del diretto interessato.
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